Anche se nella maggior parte dei casi è attestata la forma plurale, non si può escludere del tutto la presenza di una forma singolare zinnai, come si verifica alla fine della sezione relativa all'evocazione dai fiumi (B. IV 28).
Haas – Wilhelm 1974, 168 leggono il segno -ká[n seguendo le tacce presenti sull'autografia. Anche dalla foto sembra di intravedere tracce di segni orizzontali che possono suggerire una lettura -kán. Il segno ši o ar presente nel testimone D non sembra perciò concordare con A.
Haas – Wilhelm 1974, 169 n. g). La riga di paragrafo sulla foto risulta molto debole e appena visibile, come se lo scriba l'avesse tracciata senza troppa convinzione. È possibile che si tratti di un errore e si è, quindi, preferito non considerare quest linea di paragrafo. Del resto, sulla base dei passi paralleli delle altre sezioni, i due periodi presenti in B. Vo IV 51 e 52 sono strettamente connessi tra loro e una linea di paragrafo non sembra avere senso.
L'integrazione di questo termine rituale hurrita risulta impossibile dal momento che ḫariya è sempre preceduto dalla coppia ḫuwalziyadalaḫḫulziya, ad eccezione che in KUB 15.34+ IV 34' = KUB 15.33b++ , dove è preceduto da enumaššiya.
Sulla porta di Zippalanda cfr. Pierallini 2002, 270 con n. 5. Se, seguendo Pierallini, teniamo presente che all'esterno della porta di Zippalanda vi era uno degli edifici tarnu (i restanti tre si trovano presso le altre porte urbiche di Hattusa: ašuša, puhla e Tawiniya) che sarebbe da identificare o da connettere strettamente con il tarnaluli-, risulta interessante mettere in evidenza il parallelismo con la parte finale di CTH 483, dove si dice che le statue delle divinità vengono portate al tarnaluli – anche se in questo caso non viene specificato presso quale porta si svolge l'azione rituale –, precedute da una processione di musici e cantori (cfr. KUB 15.34+ Vo IV 53-54).
In lacuna vi sarà probabilmente una forma del verbo nāi- il quale in combinazione con 1-etta, acquista il significato di “raccogliere insieme, riunire” (cfr. CHD L-N, 361b). L'espressione, comunque molto rara, è finora attestata soltanto in testi storici nel senso di riunire truppe o popolazioni.